[40] Studia con stile: Stili di apprendimento nel processo di studio – trascrizione video – dott. Mario Polito

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ARGOMENTO

STILI DI APPRENDIMENTO

Mario Polito

Psicologo, Psicoterapeuta e Pedagogista

dott. Mario Polito

Mario Polito professionista apprezzato su tutto il territorio nazionale, personalità  versatile, mente analitica dal pensiero raffinato e veloce. Ha sviluppato la propria carriera in tre campi di interesse: la Pedagogia, la Didattica e la Psicoterapia pur mantenendo la stessa base teorica: filosofica esistenzialistica sociocostruttivistica. Si interessa soprattutto della Teoria della Gestalt applicata alla Pedagogia, all’apprendimento e all’insegnamento. Ha insegnato per 16 anni nelle Scuole Secondarie, di primo e di secondo grado. Collabora con le scuole per la formazione degli insegnanti sui temi del metodo di studio, della didattica e della comunicazione in classe. Ha pubblicato ben 34 libri e ha realizzato numerose ricerche statistiche, raccogliendo oltre 30.000 questionari, su vari temi.

Sito personale: mariopolito.it

CONVERSAZIONI CON IL DOTT. MARIO POLITO

Stili di Apprendimento nel processo di studio

[TRASCRIZIONE VIDEO]
Il link al video si trova in fondo al testo.

[00:00:07.660] – Tatiana Ruaro

Ben tornato, ben tornata nel canale YouTube di Iocomerisorsa. Iscriviti, clicca sulla campanella per restare aggiornato o restare aggiornata sui nostri contenuti. In questo video proseguiamo con l’esplorazione degli stili cognitivi e sensoriali di apprendimento più efficaci per affrontare delle diverse fasi del processo di studio che sono l’assimilazione, la comprensione, la preparazione agli esami e poi anche l’utilizzo di tecniche come la lettura, le mappe, il prendere appunti. Insomma, il dottor Polito, Mario Polito, esperto di didattica, autore del libro Studia con Stile, ci guiderà attraverso una panoramica approfondita sul come adottare il nostro approccio allo studio in base ai diversi stili di apprendimento. Perché, ricordiamolo, il miglior apprendimento è quello in cui si apprende con tutto il cervello. Impareremo quindi a sfruttare al meglio questi stili cognitivi e sensoriali per massimizzare la nostra capacità di e applicazione pratica delle conoscenze acquisite. Resta con noi, iscriviti al canale perché anche nei prossimi video approfondiremo alcune tra le centinaia di strategie di studio per potenziare questi stili di apprendimento. Ti ricordo che puoi conoscere, tra l’altro, gli stili che usi prevalentemente compilando i questionari sugli stili di apprendimento cognitivo e sensoriali. Trovi il link qui sotto, che tu stia affrontando un esame imminente cercando di migliorare le tue tecniche di studio o semplicemente desideroso di imparare in modo più efficiente, efficace, questo video ti fornirà preziosi spunti per raggiungere i tuoi obiettivi di studio.

[00:02:05.480] –

Non perdere l’opportunità quindi di imparare da uno tra i migliori esperti nel campo dell’apprendimento e della didattica. Iniziamo.

[00:02:20.290] – dott. Mario Polito

Sulla assimilazione, quanti stili? Soprattutto lo stile riflessivo. Cioè una persona che riflette su quello che ha Cioè tu hai già appreso e riflettere vuol dire, proprio tante volte ho portato in classe lo specchio, per dire cosa fa lo specchio? Riflette. Cioè tu hai studiato questo, riflettilo. Come? Richiamalo continuamente, ma sempre in modo creativo, mai in maniera meccanica o stanca, non serve a niente. Ma in maniera creativa tu hai la possibilità di coinvolgerti di più. Ma l’obiettivo non è ripetere, non serve. La ripetizione non è il fine dell’apprendimento. Il fine dell’apprendimento è l’assimilazione per poi passare all’azione o al transfer. E quindi lo stile riflessivo è più adeguato rispetto a questo. Anche lo stile creativo, nel senso che devi fare sempre un’assimilazione reativa, cioè resa originale in base ai tuoi scoppi, ma anche finalizzata alla pratica, a quello che devi tenere dopo che hai assimilato. Che cosa devi saper fare? Che cosa devi saper dimostrare? Tante volte dico Cominciamo dall’ultimo passaggio. Che cosa dovete dimostrare di saper fare dopo che avete imparato tutto questo? Non fermatevi all’apprendimento, è facile l’apprendimento, tra virgolette facile. È facile perché ci siamo noi, i docenti, che aiutiamo. Il difficile è l’assimilazione, devi farla tutta da da solo, tutta da solo.

[00:04:02.760] –

E poi l’applicazione pratica è tutta roba tua. Devi essere tu il responsabile, io come prof non centro più niente. Io se sono esaminatore ti chiedo bene, dopo che hai fatto tutto questo percorso cosa sai fare? Fammi vedere. Vuole molta buona volontà per assimilare tutto quello che si è appreso. La comprensione, anche qui, mamma che grande, tanti stili sono compresi nella comprensione, tutti. Soprattutto lo stile globale iniziale per farti un’idea generale di quello che devi apprendere. Però il globale iniziale, il capire dove ti stai muovendo, non è il globale finale quello che viene dopo l’analisi. Infatti il globale iniziale molti non lo chiamano stile globale, lo chiamano stile sincretico. La parola che non si conosce. Sincretico vuol dire un accumulo di cose. Non sfogliare il libro, che però è generico, è vago. Non è lo stile globale di cui parlo nel questionario e nel libro, che è lo stile che avviene alla fine quando hai fatto il percorso analitico e hai una bella visione d’insieme. All’inizio hai una traccia, un abbozzo. Quindi la comprensione passare da questo poi si deve dedicare analiticamente all’analisi delle parole chiave, poi di nuovo un livello globale per inserirle, uno schema, poi la parte teorica e qui ci ripetiamo sempre su tutte le cose, nel senso che anche su queste caratteristiche della comprensione ci sono molti aspetti che nel libro sono elencati e si possono poi approfondire.

[00:05:52.280] –

Se uno dice Mi devo preparare l’esame, quali stili cognitivi devo utilizzare? Naturalmente tutti. Quali in particolare? Soprattutto quello riflessivo del collegamento. Cioè per prepararti l’esame devi lasciare da parte tutto il percorso che hai già fatto, cioè hai appreso, speriamo di sì, hai appreso bene, speriamo di sì, hai assimilato, speriamo di sì, lo hai ripetuto in modo da essere fluido, speriamo di sì. Adesso per prepararti l’esame prenditi del tempo e cerca di riflettere continuamente collegando tutte le informazioni che hai apprese. Collegale in modo che poi sia pronto a fare la tua performance o a fare il tuo compito o la tua interrogazione. Ecco, quindi la parte riflessiva del collegamento delle informazioni, dell’intreccio di tutto quello che sai con tutto quello che serve per questo tipo di disciplina, questo tipo di libro che hai studiato, e soprattutto a che cosa ti serve poi questo esame nella pratica. Lega anche questo perché è una grande motivazione che ti porta a essere più sicuro. E poi sia anche creativo, convenzionale, perché devi rispettare molto quello che viene richiesto, non fare l’anticonformista facile, ma io devo andare avanti soltanto con le mie idee, quelli sono testi tradizionali, la tradizione… No, rispetta la tradizione e vai avanti.

[00:07:26.190] –

La staffetta. Rendi dalla tradizione quella quello che hanno scritto. Il meglio, certo. Se la tradizione è sbagliato confutala, però prendi il meglio che hai trovato nel libro di testo e vai avanti. Se fai l’esame con questa sensazione tra La parte convenzionale che devi studiare e dimostrare di sapere, ma anche la parte creativa, perché sei forte sulla parte convenzionale che hai studiato, ma anche creativa sulla parte che devi sviluppare e dimostrare di sapere, allora riesci benissimo. Anche qui, quali altre caratteristiche le si trovano sul libro. L’immaginazione. Quando uno utilizza l’immaginazione, quale stile è prevalente? Qua ci sono gli stili sensoriali, soprattutto. Specialmente lo stile visivo, iconico, lo chiamo visivo, iconico, perché non è soltanto visivo, mi piacciono le immagini, ma a chi non piacciono le immagini. Lo stile visivo, iconico è lo stile che è capace di immaginazione sul niente che ha davanti, con gli occhi chiusi, vede la Seconda guerra mondiale come un film, vede la filosofia di Cartesio come un dibattito di Cartesio con i suoi contemporanei o con un dibattito di me con Cartesio in persona. Questa è l’immaginazione e bisogna attivarla con lo stile sensoriale, ma non soltanto immaginativo che vedi Cartesio, devi anche devi anche ascoltarlo, devi anche interagire, devi anche dire No, Cartesio, un momento, cosa intendi per dubbio metodologico?

[00:09:09.150] –

Possiamo usarlo sempre in tutte le cose? Metodologicamente sì, direbbe Cartesio, ma non esagerare. Ci sono anche alcune cose certe sulle quali non ti devi mettere in dubbio. Devi mettere in dubbio le cose che non ti convincono. Lì usa il mio metodo dei vari passaggi, delle idee chiare, distinte della enumerazione alla fine, quando hai fatto il tutto, enumera, rivedi. Anche questo il metodo cartesiano è descritto come metodo per la lettura. Anche qui ci sono tutti gli stili, perché la lettura è quella parte che porta dentro di noi tutte le informazioni utili nello studio. Le informazioni che ci servono nella vita le prendiamo tutti dalla lettura, no. Ma La società dell’informazione? Sì, la lettura è fondamentale e ha permesso questo gigantesco successo delle scienze e delle arti negli ultimi secoli. È stata la lettura che ha portato a questa grande capacità dell’essere umano di appropriarsi rapidamente in un testo di tutto quello che ha fatto le altre persone. Cioè, tu che leggi questo libro di testo Studia con Stile, ti appropri in 15, 17 ore di lettura tranquilla, calma, del mio lavoro di anni, capisci, 15 ore rispetto a 10 anni di lavoro o per scrivere questo libro due anni di lavoro.

[00:10:51.880] –

Cioè è una grande, una bella risorsa economica, però per leggere Quali stili? Tutti. E quindi qui sarebbe utile capire come si sviluppa lo stile globale, analitico, che fa parte di un altro percorso, ma qui soltanto per dire diventa un lettore esperto, un lettore bravo, un lettore capace di saper leggere non velocemente ma leggere lentamente e pensare velocemente. Questo è il trucco conto. Tutte le fake news della lettura veloce tutte le vendono perché sembra che sia facile, ma è una banalità, non si può leggere in maniera veloce senza perdere di comprensione. Cioè per capire bene qualcosa devi leggere lentamente, come ho io scritto lentamente parola per parola questo libro, mica le ho buttate e tante parole le ho riaggiustate nelle varie revisioni. Cioè, l’ho scritto lentamente per te, perché tu abbia in 15 ore una cosa preziosa alla quale puoi crescere e puoi andare avanti, oltre quello che ho fatto io. Però appropriati delle strategie di lettura. Come puoi prendere il succo di questo libro all’inizio, per darti la spinta, però poi il libro serve come accompagnatore, come mentore, come sostegno alla propria riflessione. Ma sulla lettura, ripeto, si Non lo posso approfondire. Come si vede da questi piccoli video, si può continuare a essere dettagliati notevolmente.

[00:12:39.470] –

Come si fanno le mappe e quali stili sono chiamati di più nel costruire le mappe? Sicuramente lo stile visivo o globale. Lo stile globale, però, dopo aver utilizzato lo stile analitico. Lo stile analitico individui le informazioni importanti, le cosiddette parole chiave. Nella mappa, nei sistemi, informazioni chiave o parole chiave. Le chiamiamo parole chiave per sintesi, però spesso la parola chiave è anche una definizione chiave, una formula chiave, un concetto chiave. Però la chiamiamo parola chiave perché con una parola vogliamo sintetizzare di più. Poi, questi le sistemi in vari modi. Nel libro sulle tecniche di studio ci sono decine di schemi che si possono fare, quindi non c’è soltanto lo schema classico della Buzan, che per me è molto confuso, vale per chi lo fa, però dal punto di vista percettivo è un po’ confuso, però è artistico, bello. Un po’ presuntuoso Buzan dire: L’ho inventato io, non è inventato niente. Esistono dall’Antichità, si parla dall’Antichità di ramificazione concettuale, di filiazione concettuale. Gli alberi di Porfirio, sono del primo secolo dopo Cristo, alberi di Porfirio, Porfirio è un allievo di Plotino che ha organizzato il maestro che non ha scritto niente, tutti gli appunti li ha organizzati in un sistema gerarchico ad albero.

[00:14:09.410] –

Se tu prendi un dialogo di Platone, uno solo, vedi come è organizzato ad albero. Costruisci-lo, ricostruisci-lo. La parola schema l’ha inventata Platone. Platone dice: Appena ho sentito un discorso di Socrate che faceva con i suoi discepoli, appena arrivavo a casa, Subito mi mettevo giù a fare uno schema di quello che aveva detto e poi lo rivedevo e riaggiustavo fino a farlo diventare un’opera teatrale, dialogo. Ricordiamoci che Platone era un… Le scriveva Drammi con medie, tragedie, un drammaturgo, e si vede anche dai dialoghi, chiama il dialogo la discussione. Questo per dire, per costruire la mappa, soprattutto lo stile globale e poi lo stile visivo Sopra tutto questo. Poi anche gli altri stili, specialmente lo stile creativo. Anche le mappe sono belle e creative. Se te le costruisci ognuna in maniera particolare, ho visto delle mappe stupende che mettevano insieme il doppio codice, la parola più l’icona, come faccio io nelle varie mappe i miei libri dedicati agli studenti sono ricchi di mappe, di schemi con il doppio codice. Il codice verbale della la chiave, più il codice visivo. Perché abbiamo notato che le mappe soltanto fatte di parole, sono complicate, l’occhio non le vede bene, ma le mappe con poche parole e delle belle icone piccole, stilizzate ma belle e gradevoli, l’occhio le apprezza meglio.

[00:15:51.270] –

E quindi anche su questo ci sarebbe un po’ da approfondire, ma lo rimandiamo in un altro momento.

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