Come far rispettare le regole a tuo figlio – dott.ssa Federica Ciccanti

ARGOMENTO

Educazione

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federica ciccanti io come risorsa

Pedagogista, Pedagogista Clinico, Mediatore Familiare

dott.ssa Federica Ciccanti

Laureata in Scienze dell’Educazione presso l’Università di Padova nel 97, inizia a lavorare nella scuola come Educatore per alunni con deficit della vista e dell’udito. Nel 2003 conclude la formazione di Pedagogia Clinica, nel 2007 in Mediazione Relazionale, nel 2011 in Mediazione Familiare e Sociale, nel 2019 in Dipendenze Tecnologiche e nel 2020 diventa Coach in Problem Solving Strategico.
Varie, tante e sempre diverse sono state le formazioni che ha conseguito nel tempo ma tutte coerenti con la propria mission: aiutare le persone a sviluppare le proprie potenzialità e risorse per fare della propria vita un capolavoro.
Oltre al lavoro con i genitori e con le famiglie, si occupa di divulgare l’educazione e portarla nelle case usando un linguaggio semplice e concreto.
Il 16 dicembre 2019 pubblica “REGOLE FACILI” come editore indipendente ed entra così nelle case di tantissime famiglie di italiani e tra le mani sagge di tanti genitori inizia la sua missione: “Regole Facili, Genitori Felici e Figli anche” diventa un bestseller Amazon solo dopo 16 settimane dalla sua uscita . Il 18 febbraio 2021 “REGOLE FACILI” viene pubblicato dalla casa editrice Vallardi, aggiornato con 5 storie vere.
www.federicaciccanti.it

INTERVISTA

Come far rispettare le regole a tuo figlio
senza farti travolgere da musi lunghi, pianti e urla.

Si legge nel libro: “… far rispettare le regole è semplice, ma non è facile”. È semplice perché è un sistema che si apprende, è la sua applicazione che non è facile. Perché a volte le buone intenzioni non bastano e quindi cosa succede?

Dott.ssa Federica Ciccanti cosa sono le regole e qual è la loro funzione?

Le regole sono dei grandi binari nati per trasportare un carico preciso e di grande valore.
La funzione della regola è rassicurare, orientare e contenere.

Può spiegare ogni singola funzione? Ci aiuti a comprendere cosa intende per “rassicurare”, orientare” e “contenere”.

Prima Funzione

Le regole rassicurano

Significa far sentire tuo figlio al sicuro. La rassicurazione è quanto di più utile per la crescita, perché quanto più un bambino si sente rassicurato rispetto a ciò che pensa, ciò che vuole e ciò che gli chiede mamma e papà, più è un bambino che cresce con sicurezza e fiducia in se stesso. 
Le regole vanno comunicate con la stessa fermezza, con lo stesso linguaggio da parte sia di mamma che di papà, in modo chiaro e semplice e adeguato alla loro età.

Seconda Funzione

Le regole orientano

Le regole hanno bisogno di chiarezza rispetto alla direzione, perchè se mi sto orientando e quindi sto mantenendo una direzione per la crescita di mio figlio, dovrò sempre avere chiara la distinzione tra il bene e il male, del giusto e dello sbagliato. È vero che sono dimensioni che vengono trasmesse in maniera istintiva, ovvero lo facciamo tutti i giorni senza rendercene conto, orientiamo al bene e al male, al giusto e allo sbagliato.
Il senso del pericolo ad esempio implica un messaggio chiaro rispetto alla situazione che sta vivendo tuo figlio, perché si chiede il motivo per cui tu genitore ritieni una situazione “pericolosa”. Se il bambino ha 4 anni, per attraversare la strada lo prendi per mano, perché è una situazione molto pericolosa, così come appoggiarsi alla finestra aperta del terzo piano, mettendosi in piedi su una sedia.
Al contrario, non è pericoloso a 6 anni aprire il proprio ombrellino, soprattutto se lo ha fatto tante volte con mamma e papà.

Terza Funzione

Le regole contengono

Le regole contengono ma cosa “contengono”? Le regole contengono l’esuberanza, nel senso che la abbassano, contengono la timidezza, nel senso che la abbassano e permettono a tuo figlio di esprimersi, le regole contengono l’ansia, i timori che hanno i bambini, le regole contengono il senso di onnipotenza che alcuni bambini hanno, soprattutto se non hanno vissuto esperienze di confine nella crescita.

Dare regole non significa “proteggere” e non significa rendere tuo figlio un “soldatino”.

Ma dove si vuole arrivare con la regola?

Con la regola si trasmettono valori. Trasmettiamo i valori nei quali crediamo e che usiamo noi genitori per primi per orientarci nell’educare i nostri figli! Sono la nostra bussola!

Il contenimento è un aspetto molto importante!

Pensiamo al bambino che al supermercato desidera il terzo gioco identico ai due che si ritrova a casa, pensiamo a Natale, un periodo dell’anno in cui tutto è presentato bene, con tante luci, addobbi e che esalta e stimola i suoi sensi ed il cervello. Non possiamo lasciarlo esplodere, altrimenti lo farebbe in continuazione, lasciamolo invece esprimere nella sua esuberanza e nelle sue richieste, ma poi alla fatidica domanda: “Me lo compri?” Rispondi: “NO”. Saranno un pò arrabbiati, romperanno un pò le scatole, ripeteranno “voglio quel gioco, voglio quel gioco, voglio quel gioco” ma “AMEN”, hanno ricevuto un no, non possono essere contenti. I bambini vogliono far quello che gli piace e non quello che gli dici tu, il bambino è orientato al piacere, quindi lasciamogli fare il bambino e noi facciamo i genitori.
Un altro esempio. Pensa alla situazione molto comune in cui a casa regna il caos, il tuo salotto o la camera o la tua auto riflettono questo, e invece dentro di te continui a ripeterti che non va bene, non va bene, non va bene.

Significa che quando non abbiamo ben chiaro il senso di dare regole, viviamo una grande frustrazione tra il ciò che vorrei, che è l’ideale, la casa in ordine, e ciò che è il reale, cioè il caos.
La bella notizia è che prima lasci l’ideale, meglio è.
Prima lasci la visione ideale di tuo figlio, del tuo rapporto con lui e  meglio sarà per tutti.
Avere un ideale quando è troppo elevato, significa che non stai nel reale, se però è costruito nella pratica, allora ti può aiutare, viceversa diventa difficile.
Oscar Wilde diceva che “Spesso con le migliori intenzioni si ottengono gli effetti peggiori”.

Come far rispettare le regole di casa da nonni e baby-sitter?

Nonni e baby-sitter hanno due incidenze diverse sulla vita di tuo figlio.
I nonni sono delle figure importantissime nella vita dei figli, e lo sono nella misura in cui passano del tempo con i nipoti. Se stanno tanto tempo con tuo figlio, è un rapporto che va curato e condiviso molto dell’educazione.
Nella mia esperienza professionale lavoro anche con i nonni e c’è molta difficoltà rispetto al fatto che si sentono dire dai figli che vorrebbero “facessero i nonni in maniera molto diversa”.
La mia opinione è che data l’età, dato che sono in pensione, dato il fatto che sono in un rapporto molto stretto con i nipoti perché stanno insieme molto spesso, molte ore, molti giorni, sono in difficoltà nel “fare i genitori” e tu non puoi chiedere ai nonni di fare da genitore a tuo figlio. È anche vero che se trascorrono gran parte del tempo con loro, sono chiamati in causa rispetto all’educazione di tuo figlio.
Quindi per rispondere alla tua domanda dobbiamo conoscere quanto tempo stanno insieme.
Il rapporto nonno-nipote non si dovrebbe trasformare in nonno-genitore/figlio perché non dovrebbe educare il nipote, ma avere una carica affettiva verso di lui. Detto ciò se per te è importante quando una regola viene disattesa dai nonni, ti chiedo se c’è un modo per portare di meno il nipote dai nonni. 
Alcuni nonni sono predisposti e si mettono in linea rispetto alle tue regole, altri invece questo viene meno per motivi culturali, di età, di stanchezza e bisogna capirli.
Se non puoi ridurre il tempo in cui tuo figlio sta con i nonni, togliendo loro peso e responsabilità, allora devi necessariamente comprenderli.
Oppure se hai un rapporto trasparente e onesto con i nonni puoi fare delle richieste e spiegare il senso delle tue scelte educative, valorizzando tutto ciò che fanno per te e per tuo figlio.
Per quanto riguarda la baby-sitter invece, si tratta di un rapporto di lavoro. Se lei deve dare assistenza a tuo figlio, allora all’inizio spiegherai le regole di casa e della famiglia e a quel punto se è d’accordo lo fa. Se non lo fa, allora non c’è compromesso, perché in questo tipo di rapporto non si può negoziare.

Grazie dott.ssa Ciccanti

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