Quattro chiacchiere con il cervello – Marta Dalle Carbonare

ARGOMENTO

Crescita personale

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Consulente di marketing strategico e professional coach e docente a livello executive

Marta Dalle Carbonare

Professional coach, docente freelance, public speaker, autrice ed event manager. Fa parte del Comitato Scientifico del Master in Strategie per il Business dello Sport organizzato da Verde Sport e Fondazione Ca’ Foscari.

Marta Dalle Carbonare

INTERVISTA

Raggiungo Marta Dalle Carbonare in una nota pasticceria del centro thienese e ci salutiamo nel modo in cui la pandemia ci ha insegnato e senza troppi preamboli ordiniamo un cappuccino d’orzo con latte vegetale per me e un caffè con brioche per lei. Diamo il via a questa “colazione letteraria” in cui percepisco subito una bella energia che mi preannuncia un incontro gradevole all’insegna di una conversazione tutt’altro che formale e impostata. Marta sistema il tavolino sgomberandolo da tazze e piattini, si muove come una cliente affezionata, ci prendiamo il tempo per qualche scatto con il telefonino per i rispettivi social, mentre io avvio un timido e impacciato tentativo per un reel su Instagram, il secondo della giornata e della mia vita… ma Marta mi incoraggia e capisco che lei deve fare questo effetto in chi la conosce, ti esorta a prenderti con leggerezza, non temere del giudizio altrui e andare avanti. Tuttavia il brusio e il rumore di sottofondo ci impone una decisione improvvisa e inaspettata, ci spostiamo nella sua abitazione che si trova a pochi passi da qui.

Entriamo nella sua casa, un luogo accogliente che invita a metterti comodo e goderne le “attrazioni”.  Subito mi colpisce una parete vetrata con l’accesso al terrazzo esterno.
Non mi faccio pregare e colgo il suo invito ad uscire per ammirare e contemplare il paesaggio urbano che si affacciata sui tetti dei principali monumenti del centro storico di una tipica città veneta.
Infatti da qui rintraccio il campanile della Chiesa di Santa Maria del Rosario, il Duomo, il Castello di Thiene, gioiello gotico del XV secolo, così come si intravede la chiesa dedicata alla Natività di Maria Vergine e più in là  il gruppo del Carega, definito come le Piccole Dolomiti e che delinea il confine tra le province di Vicenza, Verona e Trento. Decido  quindi di fare qualche scatto suggestivo da inserire nel blog.
Resto rapita da ciò che vedo, come si suol dire “questa visone paga già il prezzo del biglietto” ma in realtà sono qui per un incontro di lavoro e Marta mi sta dedicando il suo tempo, quindi entro in casa e non posso non soffermarmi su un grande puzzle della Disney che sta prendendo forma. Si trova su un cavalletto posizionato accanto al tavolo da pranzo in cristallo. Marta mi spiega che si tratta solo di una parte di un puzzle grande 45.000 pezzi, la cui realizzazione è stata suddivisa in più persone.
Marta chiede la mia attenzione per presentarmi  Magic, la sua cagnolina, nel frattempo le squilla il cellulare e quindi mi guardo intorno in una casa piena di sorprese.
Sono incuriosita da due strane sedute che ricordano i calcinculo delle giostre.

Sono ben ancorate a soffitto e questo particolare mi fa capire che non sono solo oggetti d’arredamento ma vere e proprie sedute a dondolo.
Marta conclude la sua chiamata e mi invita a provare la giostra e mi racconta di averla richiesta direttamente al responsabile commerciale dell’azienda che produce giostre per l’intero globo, Marta conosce molte tra le personalità più importanti del mondo imprenditoriale italiano e questo mi fa capire ancor di più la sua straordinaria versatilità nel dialogare con spontaneità con chiunque. 
Inizia la nostra chiacchierata, che non può non partire da una domanda su questo luogo. La mattinata scorre piacevolmente, mi sono sentita bene, Marta ha un’energia che conquista.

Marta iniziamo dal cancinculo dove siamo sedute, dove nasce l’idea di mettere queste sedute a casa?  

Questo è il pezzo forte di tutta la casa. Mi piace quando la gente entra e dice: “Wow bella casa, posso fare un giro?” E ovviamente io rispondo : “Sì”. Considera che ho cercato di attaccarli in modo tale che potessero tenere qualsiasi tipo di peso. Questo è un pò rappresentativo di quello che sono io, una persona solitamente molto seria, però ho anche un aspetto molto giocoso, mi piace ridere di me e auto prendermi in giro.

Questa ironia esce anche nel libro….

Sì è una sfaccettatura che esce anche nel libro perché ci sono dei passaggi più leggeri rispetto al tema principale.

Si possono dare diverse letture al libro che hai scritto….

È un racconto, si parte da una storia, quasi per gioco ho iniziato a scandagliare la mia vita. Mi sono resa conto che analizzando una serie di avvenimenti, ho notato che c’era un grande fil rouge che  descriveva  una “gabbia”.
Mi sono sentita chiusa dentro ad una gabbia per tantissimi anni. Questo libro-esperimento, come amo definirlo, esplora un’ampia gamma di dimensioni della gabbia invisibile all’interno della quale molti di noi vivono, come:

  • la campana di vetro: il sistema di relazioni in cui nasciamo e cresciamo
  • il Giudice Inquisitore: il custode dei nostri sensi di colpa
  • gli schemi mentali: i modelli che il cervello usa come se fossero programmi predefiniti
  • le aspettative: le nostre e quelle che crediamo gli altri abbiano su di noi
  • le credenze limitanti e abilitanti: le convinzioni che ci impediscono o ci permettono di raggiungere ciò che desideriamo.

E quindi hai avviato un’introspezione?

Mi sono chiesta quali sono i rami di questa gabbia e come conviverci. Dovevo capire se ci stavo bene, perché una gabbia può anche proteggere dall’esterno e farti sentire bene, quindi in questo caso è importante essere consapevoli di trovarsi dentro ad una gabbia. Se al contrario si inizia a sentirsi troppo stretti, allora puoi dirti: “Bene! Grazie per quello che hai fatto fino adesso, ora è il momento di uscire“.

L’analisi di cui tu parli nel libro è una vera e propria introspezione che tu hai affrontato da sola, senza l’aiuto di un terapeuta, che ruolo ha avuto allora Federico Petrozzi?  

Nel raccontare tutti questi rami della gabbia, accanto a me c’è stato Federico Petrozzi, psicoterapeuta, coach ed esperto in neuroscienze che all’interno della narrazione ha dato il suo esperto contributo. Ci racconta infatti come funziona il nostro cervello e come funzioniamo a livello psicologico.

Marta il racconto della tua storia personale può non solo essere di stimolo per altre persone che si ritrovano in ciò che scrivi,  ma si spinge oltre, offre infatti al lettore uno strumento per riflettere, portando la persona a dialogare con se stessa e ad interrogarsi. Mi riferisco in particolare alle schede che hai inserito nel libro in cui il lettore può scrivere seguendo lo schema guidato. 

Esatto, proprio così! Prima di cominciare la stesura l’obiettivo mio e di Federico era di offrire alle persone uno strumento utile per la loro crescita personale, quindi abbiamo ben pensato di inserire al termine di ogni capitolo delle domande per il lettore. Poi considera anche che questo libro può essere letto in diversi modi:

tradizionale: dalla prima all’ultima pagina
narrativo: leggendo solo la storia di Marta
scientifico: leggendo solo i box di Federico
per argomento: guardate l’indice e leggete il paragrafo che vi attira di più
a modo tuo: e chi lo dice che esistono solo le modalità sopra citate?

Va bene allora speriamo di aver incuriosito i lettori di IoComeRisorsa, se ci seguono sono sicuramente sensibili alla tematica del cambiamento e della ricerca personale per passione e per migliorare la propria vita. Grazie Marta!

Le Piccole Dolomiti. Da sinistra il Gruppo del Carega, il Sengio Alto composto dalla Sisilla, Baffelan, i Tre Apostoli e il Cornetto. A destra il Passo Pian delle Fugazze.

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