Donne e Finanza – Virginia Busato

ARGOMENTO

Donne Finanza

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18 minuti

RACCONTO

Pianificatrice finanziaria

Virginia Busato

Laureata prima come Interprete e Traduttore in Lingua Cinese, e poi in Lingue e Istituzioni Economiche e Giuridiche dell’Asia Orientale presso Cà Foscari di Venezia. Ha pubblicato 2 libri con Franco Angeli editore, dedicati alla cultura e al marketing interculturale verso la Cina. Dal 2018 è la Pianificatrice finanziaria delle Donne, la sua missione è guidare le donne a sentirsi consapevoli, sicure ed indipendenti in tutte le loro scelte finanziarie e di vita.

Virginia Busato

Sono una consulente finanziaria, giunta in questo ruolo dopo studi ed esperienze molto diverse, mi potrei definire come la classica anima sempre alla ricerca di nuovi stimoli

Queste sono le parole usate da Virginia Busato per presentarsi, una consulente finanziaria sui generis che parla in modo semplice e schietto al mondo femminile. Una mamma che non ha esitato a ridimensionare la propria ascesa professionale per dare maggiore presenza al figlio in un periodo delicato come quello della preadolescenza che affacciava a quello successivo dell’adolescenza. Virginia è una donna che ha vissuto tanti nuovi inizi, senza mai sottrarsi alle difficoltà e ai problemi, anzi, proprio per il fatto di averli vissuti sulla sua pelle, ha intuito che poteva aiutare altre donne ad affrontare i loro. Ma prima fatemi raccontare come l’ho conosciuta. Il nostro primo incontro è stato virtuale. Durante la pandemia ho letto alcuni articoli che scrive tuttora per Elle, il magazine femminile nella sua versione online. Si è presentata come una donna che parla alle donne di finanza e, il suo accento tipicamente veneto, mi ha subito incuriosito. Ricordo, poi, l’ incipit di uno dei suoi video: “Ricordati che non sei sola”,  la sua immagine bucava lo schermo. Ho capito che dovevo farvela conoscere. Contattarla è stato facile, scopro addirittura che vive nella mia stessa città a poche centinaia di metri da casa mia, ma il bello è venuto dopo. Fissiamo un appuntamento con un paio di mesi d’anticipo e, giunto il D-Day, ci ritroviamo davanti all’ingresso del locale, ma era chiuso per ferie. Non ci scoraggiamo, puntiamo verso la Casa del Giovane, il nome è un chiaro riferimento al ritrovo del bar della parrocchia, posto tranquillo, ma peccato che anche quello era chiuso. Vietato arrendersi! Scendiamo in zona Palasport dove troviamo un locale assolutamente chiassoso, chiediamo quindi una saletta, ma ci sentiamo rifiutare la richiesta. Che sgarbo! Abbandoniamo subito il locale per quello a fianco, ahimè rumorosissimo. Direi che l’inizio è stato profetico, assolutamente in linea con le caratteristiche di Virginia, una donna che non si arrende mai di fronte a nessuna difficoltà.

FORMAZIONE

Mamma, esperta di finanza, insegnante, scrittrice mai ferma e sempre sul pezzo. Com’è iniziato il percorso di Virginia Busato?

Prima ho frequentato il Liceo Scientifico e poi  ho studiato Lingua e Cultura Cinese come interprete e traduttore presso l’Università Ca’ Foscari a Venezia. A 21 anni avevo concluso il primo ciclo universitario così ho avuto il tempo di provare più strade. Subito dopo la laurea ho frequentato un Master di un anno in turismo a Milano, per capire se poteva essere un settore per me interessante. È stata un’esperienza utile e formativa, ho fatto uno stage in una agenzia di viaggi come business traveller, ma ho capito che non era la mia strada. Così ho iniziato a lavorare in azienda.

Che ruolo avevi in azienda, sei riuscita a sfruttare in pieno la tua laurea in cinese?

Le nostre sono PMI (piccole  e medie imprese), il Veneto non è il mondo delle multinazionali e qui non c’é un settore che si focalizzi in esclusiva sui paesi orientali. Ho girato aziende di settori differenti, piccole e medie, e la mia figura era quella del commerciale estero. L’esperienza aziendale è stata molto importante ma anche frustrante. Non ho mai avuto paura di lavorare e di metterci tutto il mio impegno, ma desideravo crescere, fare carriera e toccare dei risultati in questo senso: purtroppo ne sono rimasta delusa. Nelle multinazionali la realtà è diversa, ma nelle piccole medie imprese venete, per una donna emergere ed avere dei ruoli manageriali è veramente difficile. Rispetto a te un uomo sarà sempre preferito e, in ogni caso, a parità di livello, lo stipendio di una donna è sempre più basso di quello di un uomo. E questo per me era inaccettabile.

Mi sembra di intuire che non sei un carattere che resta passivo ad aspettare gli eventi, come hai reagito a questa situazione?

Ho preso una decisione che per una mamma di un bambino di 3 anni con un contratto a tempo indeterminato può sembrare una follia: mi sono licenziata ed ho aperto la mia Partita Iva. I rapporti con la Cina erano un mondo in espansione e non c’erano tante figure come la mia, quindi ho iniziato a lavorare come consulente sia per gli expatriate (chi deve andare a vivere in Cina per lavoro) che per le aziende che avevano rapporti economici con l’oriente. Mi sono reinventata, studiando tanto ed investendo su me stessa e le mie capacità, ed ho iniziato a occuparmi di più cose: dai corsi di formazione alla business etiquette. La mia esperienza mi permetteva di dare informazioni a 360° passando dall’economia alla cultura, allo stile di vita per far conoscere a fondo l’oriente e permettere che l’impatto per le aziende o le persone fosse gestibile e allo stesso tempo vincente.

LA LIBERA PROFESSIONE

Com’è stato il primo approccio con il mondo della libera professione, come hai fatto a farti conoscere? Eri tu a proporti o ti hanno cercata?

Cinquanta e cinquanta. Il settore era in sviluppo e io non solo conoscevo la realtà cinese ma, avendo lavorato come dipendente, conoscevo le esigenze delle aziende. Ho mixato in modo eclettico le mie competenze  e questo mi ha dato una marcia in più. Un imprenditore è un uomo pratico, sa se chi ha davanti ha un’esperienza concreta e questa è stata la mia fortuna. Un’altra mia caratteristica è quella di esprimermi in modo semplice e diretto riuscendo a far capire le cose al mio interlocutore, qualunque persona io abbia davanti. E questo è un plus in questo tipo di lavoro.

A volte si nasconde l’incapacità di trasmettere un argomento dietro ad un linguaggio complesso, incomprensibile

Un discorso è essere competenti, un altro è trasmettere in modo diretto ciò che alle persone serve sapere. Io ho la dote di saper prendere concetti complessi e renderli semplici, facili da capire anche da chi non è del mio settore, e la considero una dote. Rientra nel mio modo di essere tradurre la complessità in semplicità, in qualsiasi campo.

So che non ti sei limitata alla consulenza ma hai anche scritto due libri, come ti è nata l’idea?

A quel tempo gli unici libri che parlavano della Cina si concentravano su numeri e statistiche, ma c’era tanto altro da raccontare. Mancava la possibilità di conoscere il mondo cinese anche dal punto di vista culturale e così mi sono rimessa a studiare, approfondendo molti argomenti, ed ho deciso di colmare quella che per me era una lacuna. Il primo libro edito con Franco Angeli editore “Conoscere i cinesi. Tutto quello che c’è da sapere sui protagonisti della scena mondiale” parla appunto di business etiquette, il focus del secondo “Come vendere riso ai cinesi. Guida pratica di marketing interculturale verso la Cina per le piccole e medie imprese italiane” è il marketing, altro aspetto molto importante per farsi conoscere in modo corretto nel mondo orientale.

Com’è andata? Hanno trovato un mercato?

Sì, avevano un mercato specifico. Certo erano tempi diversi da adesso, non c’erano i social e farsi personal branding era molto difficile, inoltre ho anticipato i tempi, i rapporti con il mercato cinese non erano ancora così frequenti come avviene ora. Ho fatto varie presentazioni presso le librerie, ho fatto promozioni collaborando anche con la Camera di Commercio e Confindustria in diverse regioni d’Italia, ma indubbiamente è un prodotto rivolto ad una nicchia, e non si tratta di romanzi, bensì saggi, non destinato a fare grandi numeri e di questo ero consapevole. 

So che hai una rubrica in una testata nazionale

Sì, collaboro con Elle Magazine, ho una rubrica online. Hanno visto quello che comunico e come lo comunico ed è piaciuto, sono stata segnalata da quello che prima era il loro caporedattore che ha parlato di me come di una persona che si rivolgeva esattamente alla nicchia target di quel magazine: le donne. Per loro faccio degli articoli dedicati alle donne in relazione alla cultura finanziaria.

Il tuo è un settore di nicchia, quanta incompetenza trovi?

Campi come la finanza, l’economia e la geopolitica richiedono un aggiornamento continuo. Ho sempre investito tantissimo in me stessa continuando a studiare comprando libri, frequentando corsi, lo studio fa parte di me. La mia curiosità vorace mi porta a passare tantissimo tempo ad approfondire gli argomenti che mi interessano.

Come avviene la tua formazione, che strumenti usi?

Prima di tutto devo confessare il mio amore per il mondo della carta, amo comprare libri di vario genere. Credo nelle competenze multipotenziali ed amo spaziare in vari campi più o meno attinenti al mio. Lo stesso faccio con i webinar ed i corsi online. Non ho problemi ad investire su me stessa e sulla mia formazione e, a forza di studiare, ormai so valutare molto in fretta se uno strumento, virtuale o cartaceo, è valido e merita di essere approfondito.

Quindi non ti limiti a studiare economia o cinese

Nella mia vita ho sempre attinto da skills ed esperienze molto diverse tra loro e le ho unite insieme. Questo mi permette di avere anche nel mio lavoro un approccio differente da quello classico: oggi differenziarsi è importante e io sono così di natura, devo far mie le cose e reinterpretarle a modo mio, oltre gli standard classici. Il tutto nell’ottica di conoscerle a fondo e saperle trasmettere con semplicità.

L’INSEGNAMENTO

Continuando con le tue esperienze lavorative, a che punto arriva l’esperienza di insegnamento?

Ho insegnato per 6 anni in un Liceo Internazionale a Treviso, fino al 2018. Una grande sfida perché mi era stato proposto di insegnare Economia, mentre io mi occupavo di Marketing Interculturale. Io ero cresciuta considerando l’economia e la finanza come argomenti mortalmente noiosi, ma in questa proposta ho visto due vantaggi. Il primo poter stare a contatto con il mondo degli adolescenti. Mio figlio in prospettiva sarebbe diventato un adolescente quindi meglio conoscere il nemico da vicino. La seconda cosa che ho visto come opportunità è stato il fatto di essere costretta a studiare economia e il doverlo fare in Inglese, lingua che amo, era una sfida che mi attirava tantissimo. Il fatto di partire io stessa da zero mi ha permesso di mettermi nei panni dei ragazzi e fin dall’inizio ho cercato video, tutorial e tutto il materiale possibile per rendere loro facile e stimolante l’apprendimento. 

Ad un certo punto hai posto termine all’esperienza

Sì, l’insegnamento a tempo pieno a Treviso è stata un’esperienza a termine perché mio figlio stava crescendo ed aveva bisogno di me a Schio, ho deciso di stare vicino a Tommaso negli anni dell’adolescenza. Lo stesso valeva anche per i frequenti viaggi in Cina, era arrivato il momento di fermarmi in Italia.

L’INTUIZIONE CON LA CONSULENZA FINANZIARIA 

A cosa ti sei dedicata?

Ho deciso di affiancare la finanza alle mie conoscenze di economia, perciò ho scelto l’ennesima avventura sfidante e ho studiato per fare l’esame per iscrivermi all’albo dei consulenti finanziari. Ho scelto poi una banca che offre sia servizi bancari che di investimento, assicurativi e del credito ed era l’impostazione che cercavo, sia perché mi dava la possibilità di offrire una consulenza a 360° sulla finanza personale, sia perché quella struttura mi lasciava mantenere la mia Partita Iva dandomi spazi e libertà d’azione, senza pressioni su come lavorare o sul cosa proporre e quando. Il problema è stato partire perché è un lavoro che si basa sul network e io sono stata via per molto tempo all’estero.

Come hai fatto ad iniziare?

All’inizio ho seguito ciò che mi insegnavano, cioè incontrare persone, proporre i servizi, ecc. Ma ero a disagio, non era nelle mie corde, inoltre  nel mio territorio le persone mi associavano ancora alla Cina. La mia prima sfida è stata far capire che non ero più quella che andava su e giù dalla Cina, ma ora mi occupavo di consulenza e pianificazione finanziaria. Mi sono rimessa a studiare, in questo caso il mondo del content marketing (personal branding, social, sito) per presentarmi nella nuova veste. 

So che a questo punto hai compiuto una scelta molto precisa, che poi è quella che ci ha fatto trovare oggi per parlare di mondo femminile

La domanda che mi sono fatta è stata “Cosa manca nel mio settore?” E la parte più trascurata e snobbata erano le donne, mancava completamente una comunicazione rivolta a loro: ed essendo una situazione che ho vissuto sulla mia pelle, è una causa che ho sposato da subito con entusiasmo. Il consulente uomo tende sempre troppo spesso a trattare una donna come se fosse un soggetto che non può capire. Ad aggravare questo approccio è la tendenza delle donne a nutrire un sacco di convinzioni limitanti su loro stesse in rapporto ai soldi e alla finanza. Ci facciamo troppi problemi a chiedere, perché veniamo guardate con sufficienza e giudicate.  Quindi in automatico ci mettiamo sulla difensiva e non chiediamo più. Quando nella mia testa ho chiarito la situazione là fuori, la mia scelta era fatta e incisa nel granito: ho deciso di rivolgermi alle donne ed ho trovato il mio stile.

Torniamo un attimo indietro, perché sei entrata in finanza?

Di certo non per passione, ma per sfida. Mi sentivo in grave difetto a non capire nulla in materia, perciò mi sono imposta di imparare: ho fatto una cosa decisamente agli antipodi delle mie naturali differenze e, per rendere la scelta priva di vie di fuga, mi sono costretta ad usarla per guadagnarmi da vivere (scelta decisamente non facile). Nella mia vita reinventarmi è un light motive, è un vivere perennemente al di fuori della zona di confort, però alla fine ho riunito tutte le competenze acquisite negli anni per arrivare a fare il mio lavoro.

FATTORE VIRGINIA

Vinci sempre le tue sfide?

Oddio diciamo che nel breve termine no, decisamente non vinco sempre, ma applico la regola che dice “Non puoi battere chi non si arrende mai“, ho la certezza che il risultato lo raggiungi se tieni duro abbastanza, quindi la regola è semplice: non mollare e riprovarci. Ancora, ancora e ancora. Magari ci metti anni eh, ma finché non rinunci del tutto, sei sempre in pista per riuscirci. All’inizio avevo un mutuo ed un bambino di tre anni e sapevo che dovevo guadagnarmi da vivere. Però il mio è sempre stato un rischio calcolato. Ho sempre fatto formichina e risparmiato in modo da potermi permettere il salto successivo. So che all’inizio di una nuova esperienza le tue entrate precipitano in senso verticale e di conseguenza mi sono sempre organizzata. Quando tutto dipende da te, è in contemporanea, la tua più grande opportunità e la tua più grande sfida.

In concreto cosa fai? Porti le persone a fare degli investimenti?

Il mio lavoro è più complesso:  io pianifico finanziariamente la vita delle persone, quando vieni da me ti faccio un check up e studio la tua situazione a trecentosessanta gradi (entrate, uscite, assicurazioni, mutui, investimenti) valutando variabili come età, figli, genitori anziani. In pratica strutturiamo insieme il tuo progetto di vita in modo da evitare che tu ti faccia autogol e ti penta delle scelte fatte dal punto di vista economico. Mi focalizzo a prevenire i danni, e a proteggere le persone.

Tocchi corde molto sensibili

Certo, parlare di finanza è un tabù, farlo tra donne è un tabù multiplo, non a caso ho fondato il club delle donne che parlano di soldi. Appena inaugurato è arrivato il Covid e non ho potuto fare eventi dal vivo per tantissimo tempo. Ne avevo fatti alcuni in librerie o luoghi pubblici e vorrei re-iniziare perché avevo riscontrato un grandissimo interesse. Quando le donne capiscono che le aiuto ad affrontare in modo concreto e completo la situazione economica e psicologica, e lo faccio perché ho già vissuto tutto in prima persona, sfondo non una, ma molteplici porte aperte. 

Agli incontri viene chi ha già soldi da investire?

Io seguo famiglie normalissime, se non lavori è un grosso problema quello sì, senza nessun tipo di entrata non fai nulla. Però il consulente finanziario non è una prerogativa dei ricchi, anzi sono le famiglie normali che ne hanno più bisogno perché ogni singolo euro è importante e conta come lo gestisci.

Tu parli di servizi che offri?

Certo! I servizi che offro sono quelli della mia banca, però se dal mio check up iniziale vedo, per esempio, che hai già un mutuo ottimo e io non ti posso offrire di meglio, ti lascio dove sei, cerco il meglio per la mia cliente. Il mio lavoro consiste soprattutto nel pianificare, ad esempio strutturarsi per tempo per risparmiare e far crescere le nostre risorse per quando andremo in pensione, perché purtroppo in tanti di noi non la riceveranno, o comunque sarà miserrima. La mia pianificazione quindi comprende situazioni differenti e progetti su misura,  l’importante è che dia davvero valore aggiunto alla vita della persona.

Questa prima parte è stata importante per capire da dove arrivi e cosa hai fatto fino ad adesso. Ora è il momento di parlare alle donne delle donne e la finanza.

Le donne hanno grosse problematiche nell’affrontare l’argomento soldi, non che non sappiano gestirli, perché nell’ecosistema familiare, una donna gestisce soldi tutti i giorni. Il problema è che spesso hanno la convinzione limitante di non essere all’altezza di gestirli nel migliore dei modi, pensano che gli uomini siano più portati. Per tradizione in Italia cresciamo con la convinzione che i numeri sono una cosa maschile. Questo non ha un fondamento reale, ma a forza di sentirlo dire ti ci convinci, e se a dirlo è un uomo che normalmente ha un ego molto più sviluppato di una donna, il gioco è fatto. Una donna nel mondo del lavoro, se non è qualificata al 90%, non si propone, ad un uomo basta essere qualificato al 50% e si butta senza dubbi. L’approccio di base è diverso.

Non ci sono anche molte donne che lo fanno?

Ce ne sono, ma statisticamente è molto più alta la percentuale di donne che tirano il freno a mano e il mio obiettivo è supportarle. Le donne hanno la responsabilità di impegnarsi attivamente per diventare economicamente indipendenti, e io voglio che si rendano conto che hanno tutte le carte in regola per potersi gestire in maniera autonoma ed efficace. Oltretutto le esigenze uomo/donna sono diverse, noi viviamo molto più a lungo e quindi dobbiamo pensare ad un arco temporale maggiore, durante il quale dovremo essere autonome. Abbiamo problemi diversi come la gestione di genitori anziani o bambini piccoli che spesso un uomo delega. Ovviamente sto generalizzando non è sempre così ma spesso sì. Una donna a parità di lavoro di un uomo ha anche un salario mediamente più basso, quindi anche risparmiare è più complesso. Gli aspetti da tenere in considerazione sono molteplici.

Quindi tu ti sei presa a cuore questa situazione

Io mi sono presa a cuore queste dinamiche perché, in particolare nel mondo finanziario, le donne vengono trattate come elementi di categoria B. Io parto dal principio che chi viene da me non si occupa di finanza e quindi puoi farmi qualsiasi domanda, anche quella che può sembrare più banale, che poi banale non lo è mai: il mio lavoro è fare capire le cose e far crescere la consapevolezza. Questo non è scontato, spesso non viene fatto, generalmente gli uomini non hanno la pazienza di spiegare, non chiedono se uno ha capito e, se non capiscono loro, fingono il contrario. Una donna è più portata ad approfondire e qui entra in campo il mio approccio diverso che non è rosa, non è tenero, ha semplicemente delle prerogative diverse che si sposano meglio con la mentalità femminile.

Qual è il tuo registro di comunicazione?

Comunico in modo mio,  diverso dagli altri, uso molto l’ironia, il linguaggio semplice e diretto, sfrutto molte metafore riferite alla vita di tutti i giorni, spesso, per esempio riferite al cibo perché a me piace molto mangiare. E lo faccio con tutti. Posso chiaramente cambiare il registro del mio linguaggio, se individuo una persona con caratteristiche ed una preparazione di un certo livello, in quel caso mi interfaccio in modo differente, da questo punto di vista so adattarmi. Sono contenta di dire che ho anche molti ragazzi  giovani come clienti, apprezzano il mio stile semplice e diretto.

“I soldi non fanno la felicità ma…” “E poi la tua formazione proviene dallo studio di una cultura millenaria, lontana dalla ricchezza esteriore e materiale…”

Si è più contenti quando si è sereni. Quando non riesci a sbarcare il lunario e non riesci a pagare le bollette, hai grossi problemi di ansia, se non sei sereno dal punto di vista economico non funziona niente. I soldi sono uno strumento che serve per avere una libertà di scelta, libertà di fare le scelte migliori per te. Senza vergogna dico che i soldi aiutano anche perché non stai rubando, te li stai guadagnando, stai amministrando bene i tuoi soldi. Di cosa mai dovremmo vergognarci?

E il detto i schéi fa schéi? Un proverbio veneto che letteralmente significa che i soldi fanno soldi

Verissimo nel senso che quando hai il controllo delle tue finanze, fai in modo che i tuoi soldi lavorino per te. Questo è il mio lavoro: ti aiuto  a capire che devi smettere di lavorare per i tuoi soldi, ma è importante che arrivi ad averne il controllo ad investirli in modo corretto così loro inizino a lavorare per te.

Hai altri progetti in mente? Sentivo parlare di un terzo libro

Ho tremila cose in mente il problema è che sono una one woman show, in più sono mamma, quindi ho tante richieste, ma devo fare delle scelte. Il terzo libro è uno dei miei progetti, voglio completare la trilogia, anche se l’argomento non sarà più il mondo orientale, ma parlerà di donne e finanza, che è il tema adesso a me caro. 

Progetti che hai seguito e ti sono piaciuti?

Un’attività molto bella che ho fatto, si è svolta alla scuola media di mio figlio dove la dirigenza, grazie ad un bando vinto, mi hanno chiesto di tenere il primo corso di finanza rivolto ai ragazzi di seconda e terza media. Trenta ore di formazione sulla cultura finanziaria, abbiamo anche fatto una gita a Torino al museo del risparmio.  È stata un’esperienza molto stimolante sia per me che per i ragazzi che si sono dimostrati davvero molto interessati all’argomento e spero di poterla rifare anche in altre scuole.

Complimenti Virginia e in bocca al lupo affinché tu possa realizzare tutti i progetti che hai in mente.

Il primo libro edito con Franco Angeli editore “Conoscere i cinesi. Tutto quello che c’è da sapere sui protagonisti della scena mondiale” un libro di business etiquette. 

Il secondo “Come vendere riso ai cinesi. Guida pratica di marketing interculturale verso la Cina per le piccole e medie imprese italiane.” Il focus del secondo libro invece è il marketing, altro aspetto molto importante per farsi conoscere in modo corretto nel mondo orientale.

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